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Come sanificare la casa a partire dall’aria

1 Ottobre 2020 - Inquinanti e salute - Nessun commento

Come sanificare la casa a partire dall’aria

Sta tornando il Coronavirus? Difficile dare risposte certe, le interpretazioni dei dati sono discordanti ed il dibattito è aperto.

In questo clima di sospensione in attesa di risposte scientifiche, si avverte maggiormente la necessità di pulire, disinfettare, sanificare il più possibile gli ambienti confinati da virus, muffe e batteri per preservare la propria salute.

Quali sono le pratiche più utili per rendere più sani gli ambienti domestici e di lavoro?

Proviamo a fare un po’ più di chiarezza.

Come sanificare gli ambienti domestici: 5 buone pratiche da adottare

Ecco alcuni consigli su come sanificare la casa.

Ricambiare l’aria interna ogni 3 ore

La prima buona abitudine da adottare è arieggiare la casa. Gli studi ci dicono che bisogna farlo ogni 3 ore. Lo segnala lo stesso Ministero della Salute, nelle raccomandazioni e consigli che offre in tema Covid-19. È il primo consiglio utile per evitare il ristagno di agenti virali nell’ambiente.

Occorre arieggiare spesso i locali anche se si usa il climatizzatore: pur perdendo in efficienza, l’occasione di cambiare aria è un ottimo stratagemma per ridurre la concentrazione di virus, batteri e contaminanti presenti in un ambiente.

Mantenere pulite le superfici piane

Prima di tutto i pavimenti: lo stesso dicastero consiglia di disinfettarli con prodotti a base alcolica o a base di cloro. In quest’ultimo caso, il cloro attivo in percentuale deve essere dello 0.1%, per garantire la giusta disinfezione da virus senza irritare l’apparato respiratorio. La stessa regola vale anche per le altre superfici piane come tavoli, scrivanie, maniglie di porte e finestre, smartphone, pc e altri apparecchi audio-video, gli stessi interruttori della luce. Lavare e disinfettare spesso i pavimenti è raccomandabile perché con le scarpe si portano in casa ingenti cariche di agenti infettanti. Ove possibile, meglio sarebbe togliersi le scarpe prima di entrare in casa. I detergenti che assicurano i migliori risultati sono la candeggina e i sali di ammonio quaternario. Gli stessi possono essere impiegati anche per disinfettare posate e attrezzi da cucina.

Pulire spesso i filtri della cappa

In ambito domestico, la cucina è un luogo particolarmente “a rischio”: occorre disinfettare con attenzione i filtri della cappa, perché si caricano di potenziali “alimenti” per muffe e batteri, vanno quindi considerate tra le superfici da sanificare con cura.

Sanificare gli impianti di climatizzazione

Sulla pericolosità dell’impiego del condizionatore come diffusore del Covid-19 è intervenuta Assoclima per sgombrare il campo da dubbi, anche grazie al prontuario redatto sul tema da AiCARR, l’Associazione italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento Refrigerazione, spiegando il perché gli impianti di climatizzazione andrebbero usati per ridurre i rischi del contagio, e non il contrario.

Bisogna fare un distinguo tra gli impianti che pescano aria dall’esterno (come la VMC) e quelli domestici che continuano a raffrescare o riscaldare sempre la stessa aria presente nell’ambiente.

Mentre i primi immettendo aria nuova nell’ambiente, favoriscono la riduzione della concentrazione di eventuali contaminanti o virus presenti, i secondi, se l’ambiente è contaminato, con il flusso di aria generato, possono favorire il movimento dei virus depositati sulle superfici, peggiorando la situazione.

Per questo è necessario, favorire lo scambio d’aria aprendo le finestre e, durante l’utilizzo, cercare di mantenere il flusso di aria basso per evitare di generare turbinii che favoriscano il movimento dei virus se presenti.

L’operazione disperde energia, ma è inevitabile a meno che non si scelga di installare un impianto VMC.

Se si dispone dei soli impianti di climatizzazione (aria condizionata) bisognerà curare la sanificazione sia dell’impianto che dei filtri.

L’impianto è sicuro dal punto di vista dell’igiene se controllato e ripulito all’inizio e al termine dell’impiego.

La manutenzione dovrà essere operata da un tecnico qualificato che sappia pulire con prodotti specifici le diverse parti specie quelle più delicate: filtro, scambiatore e scarico condensa. L’ideale sarebbe fare la sanificazione del filtro almeno una volta al mese. Questi interventi combinati garantiscono una buona qualità dell’aria immessa dall’impianto di condizionamento domestico, senza considerare che un impianto pulito è anche più efficiente.

Potenziare la ventilazione interna optando per la VMC

Scegliere di dotare l’ambiente domestico di un impianto VMC è una scelta dalla quale non si torna indietro. Integra e completa l’azione dell’impianto di aria condizionata.

In tempi di COVID19 che l’aria sia solo più fresca non è abbastanza.

Solo un impianto di VMC ricambia costantemente l’aria interna e la filtra senza sosta.

Sempre aria nuova ben ossigenata in ingresso, senza ricircolo. Senza doverla ricambiare ogni 3 ore.

Oggi la qualità dell’aria indoor richiede più cura che in passato perché la carica batterica e virale presente nell’aria che respiriamo non può più esser presa sottogamba: infatti le particelle contaminanti, se non vengono eliminate, saranno reintrodotte nell’ambiente dal climatizzatore assieme all’aria raffrescata o riscaldata.

Solo gli impianti di VMC le intrappolano definitivamente e le inattivano. Non sprecano energia come avviene aprendo le finestre per ricambiare l’aria e la loro manutenzione è talmente semplice che la può fare anche un bambino. Non è necessario chiamare un tecnico qualificato.

Cosa usare per sanificare e pulire: i principi attivi più efficaci

Ogni ambiente così come ogni materiale necessita di un prodotto specifico. Esistono in commercio prodotti detergenti con tensioattivi di natura anionica o cationica, con diverso pH, quindi possono essere alcalini, neutri o acidi a seconda del tipo di sporco che devono rimuovere e della superficie su cui devono intervenire. Se lo sporco è salino, ambientale o calcareo serve un detergente acido, se invece si tratta di sporco grasso o biologico, il detergente alcalino sarà più idoneo.

Non vale la regola che utilizzare sempre il detergente più forte sia la migliore soluzione.

La Normativa Europea prevede un indice di biodegradabilità di almeno il 90%: impatto ridotto per l’ambiente, minori rischi di tossicità per l’operatore.

Come sanificare l’ambiente dal possibile contagio Covid-19

Sappiamo che i virus hanno bisogno di un “bersaglio” vivente dove proliferare, mentre sulle superfici possono permanere per tempi brevi prima di degradarsi completamente.

La comunità scientifica non si è ancora espressa chiaramente in merito: le opinioni più accreditate optano per l’efficacia delle soluzioni alcooliche superiori al 70% e a base di cloro. Anche i sali di ammonio quaternario hanno dimostrato una buona efficienza verso i virus capsulati (famiglia a cui appartiene il Covid-19). Sull’acqua ossigenata, invece, non ci sono evidenze scientifiche che ne comprovi l’efficacia contro coronavirus Sars-CoV2.


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