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Coronavirus e particolato atmosferico: come proteggersi dal rischio di contagio

7 Maggio 2020 - Inquinanti e salute - Nessun commento

Coronavirus e particolato atmosferico: come proteggersi dal rischio di contagio

Uno degli argomenti che animano il dibattito scientifico internazionale intorno al coronavirus è l’ipotesi che il PM (particolato atmosferico) agisca da ‘carrier’ (vettore) di nuclei contenenti goccioline virali.

Poco più di un mese fa la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha pubblicato uno studio dal titolo “Valutazione della potenziale relazione tra l’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione dell’epidemia da Covid-19”, nel quale affermava di aver rilevato il Coronavirus Sars-Cov-2 nel particolato (la sostanza inquinante oggi più frequente nelle aree urbane).

“Questa prima prova – secondo Alessandro Miani, presidente Sima- apre la possibilità di testare la presenza del virus sul particolato atmosferico delle nostre città nei prossimi mesi come indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del Coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell’inizio di una nuova epidemia”.

C’è correlazione tra VMC e coronavirus?

Rilevate tracce di Coronavirus nelle polveri sottili: le prime evidenze

Le conclusioni dello studio portano all’ipotesi di una ulteriore via di contagio: la presenza del virus sulle polveri sottili sarebbe un buon marker per verificarne la diffusione negli ambienti indoor come ospedali, uffici e locali aperti al pubblico, oltre agli ambienti domestici.

Sappiamo dalle ricerche che:

  • l’Agenzia Europea per l’Ambiente ci conferma che la popolazione maggiormente esposta ad elevate concentrazioni di particolato atmosferico (aree urbane e suburbane) è molto più predisposta alle infezioni virali perché già provata da un’esposizione cronica che ne indebolisce la risposta immunitaria;
  • la progressione dell’epidemia Covid-19 è più grave nelle areecaratterizzate da livelli più elevati di particolato (ad es. la Pianura Padana);
  • le goccioline di saliva potenzialmente infette possono raggiungere distanze anche di 7 o 10 metri (da qui l’invito ad utilizzare per precauzione le mascherine in tutti gli ambienti);
  • l’Rna del Sars-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria ambiente, costituendo una ulteriore via di contagio.

Sono state pubblicate parecchie notizie in merito alla ventilazione degli ambienti confinati:

 “Studi recenti avrebbero infatti convinto gli scienziati del Cts a chiedere al governo di spegnere nei luoghi pubblici l’aria condizionata, vettore di trasmissione del virus, più che altro per via della ventilazione, che sposterebbe pericolosamente le famigerate goccioline con virus annesso da un tavolo o da una scrivania all’altra. Si stanno studiando deroghe a sistemi di aerazione meno “ventilati” e con ricambio esterno dell’aria”

Fonte: La Stampa, Paolo Russo, 24/04/2020

“È una seria ipotesi che le particelle di smog irritino le vie respiratorie portando ad una minore resistenza dell’epitelio all’ingresso del virus”.

Fonte: La Stampa, Francesco Rigatelli, 23 aprile 2020, intervista a Pierachille Santus, Direttore Pneumologia Ospedale Sacco di Milano

Cosa possiamo fare per proteggerci

Se il particolato fa da autostrada al virus, gli impianti di ventilazione meccanica controllata ci potrebbero proteggere?

Che la VMC faccia uno splendido lavoro per combattere il COVID-19 lo hanno scritto in tanti.

Noi non lo facciamo, non perché non sia vero, ma perché non lo sappiamo ancora con assoluta certezza: la comunità scientifica ha bisogno dei suoi tempi per acclararlo.

Ci sentiamo però di affermare che:

  • oltre alle già note fonti di inquinamento indoor, oggi abbiamo un nemico in più da combattere;
  • il particolato presente nell’aria che respiriamo aumenta la persistenza del virus nell’atmosfera;
  • oggi più che mai diventa necessario contenere le emissioni di particolato per non favorire la diffusione del virus;
  • a differenza degli impianti di aria condizionata, i nostri sistemi di VMC non hanno ricircolo d’aria; Aircare “lavora” su due flussi separati e distinti, uno in entrata ed uno in uscita, con ricambio esterno dell’aria;
  • i livelli di filtrazione di Aircare ES sono tra i più elevati del settore;
  • la sostituzione dei filtri è così semplice che può farla anche un bambino (quindi molto pratica se,in questa fase delicata del contagio, si vogliono cambiare spesso i filtri);

Cosa consigliano gli scienziati

Impianti di aria condizionata Impianti di VMC
andrebbero spenti (secondo alcuni) vanno tenuti sempre accesi
devono essere attentamente controllati (secondo altri) devono essere tenuti in buono stato di funzionamento
presentano comunque il rischio legionella da tenere sotto controllosono ideali per la ventilazione degli ambienti chiusi.

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